Libri e librai

LIBRI E LIBRAI

una-vita-da-libraio-982x540Come affermato dal libraio scozzese, protagonista del suo proprio libro, Vita da Libraio, Shaun, questo il suo nome, i librai sono una razza a parte e ancor di più i lettori e frequentatori di librerie. Se il lettore, molte volte compulsivo, irrazionale, si dimostra un mostro raro per cinismo e spavalderia, il libraio deve adeguarsi alla fiera che sta sfamando, creandosi una corazza di insensibilità e puro venditore. Shaun si basa soprattutto per l’esperienza parallela, negli anni ’20, di Orwell che poté vedere da vicino il mondo dell’editoria e della vendita al dettaglio. Il lato romantico del venditore di libri è una leggenda. Chi li vende sta commerciando e chi li compra sta semplicemente alimentando quel mercato, né più né meno. Chi pensa, come dice Shaun, che fare il libraio sia semplice e consolatorio, non ha idea di cosa parli. Di libri, continua, ce ne sono in quantità, la maggior parte senza valore commerciale, soprattutto tra gli usati, ma capita sempre una rarità che si può aggiudicare solo un collezionista danaroso o librai benedetti dalla fortuna. Ancora di più ci sono aspiranti scrittori che sperano e vogliono farne un lavoro, ma come detto, l’aura romantica di questo mondo è, per lo più, illusoria.

Per rendersi conto di quello che dice Shaun, bisogna fare un salto alle fiere del libro, soprattutto quelle grosse.

A Milano se ne è appena conclusa una, Il terzo salone della cultura che ha ospitato librai, editori, workshop e mostre. Un paradiso per chi ama i libri, un incubo per chi ci lavora.

Il primo padiglione ha accolto il visitatore con gli editori minori o indipendenti, cercando di mettere in mostra la merce e i propri editati, ossia gli scrittori appena pubblicati. Un editore, poco incline al rapporto umano, ha cercato di fermarmi per introdurre la sua neo-scrittrice che è partita a macchinetta raccontando del suo libro con un entusiasmo impareggiabile, ma senza alcun appeal o tecnica di persuasione. Lodevole lo sforzo, ma me ne sono andato.

(Piccola nota personale ai nuovi scrittori! Non cedete alla tentazione, lusinghiera ma diabolica, di poter avere il proprio nome in copertina a tutti i costi, alimentate solo il vostro ego e quello dei vostri editori. Scrivete pure quanto volete, ma a volte, la strada più impervia, è quella più soddisfacente).

Ho proseguito incrociando lo sguardo sincero, ma imbarazzato di un editore horror, tutto contento di poter esporre i propri libri di argomento orrorifico. Sembrava un bambino appena arrivato al Luna Park. Non ha cercato di vendermi niente e mi sono fatto lasciare il biglietto da visita.

Nel tour, un banchetto cinese scriveva i nomi degli avventori con gli ideogrammi. Non sono sicuro che abbia capito bene, ma mi ha dato un canovaccio con dei simboli. L’ho ringraziato con inchino e me ne sono andato sventolando il foglio per farlo asciugare.

A metà percorso, credevo, mi sono meravigliato fosse così piccolo lo spazio espositivo e ho continuato il giro.

Un banchetto vendeva scatole di legno per artisti, decorate, con all’interno il necessario per fare arte, dal decoupage alla pittura alla sartoria. La donna, assorta, che presiedeva lo stand, quando si è accorta della mia presenza si è scusata mettendosi a ridere. Ha riso tutto il tempo, di cuore, spiegandomi cosa fossero gli oggetti sul tavolo. Era entusiasta del suo lavoro e non aveva aspettative. Per fortuna si incontrano venditori così, ogni tanto.

Il giro sembrava finito quando mi sono accorto che c’era un piccolo corridoio che si apriva in un magazzino enorme sulla cui entrata stava scritto LIBRI D’OCCASIONE. Un nuovo paradiso si è aperto.

Cercando di trattenere l’entusiasmo ho avanzato piano, evitando di non mostrare la bava alla bocca nel vedere tanti libri usati che si aprivano a me. Ho indugiato, ho cercato di temporeggiare e mi sono preso tutto il tempo per vagare, senza una meta, tra i piccoli corridoi. Almeno un centinaio di espositori, provenienti da tutta Italia, stava in attesa di compratori e lettori per offrire il meglio delle loro collezioni. Ho lasciato la parte usata ed economica per ultima vagando tra l’antiquariato di valore. Lì c’era poca folla, ma la merce esposta valeva il prezzo del biglietto. Antichi manoscritti, miniati e illustrati, impostati secondo le regole di Manuzio, sfoggiavano tutto il loro pregio. Erbari, testi di zoologia, bestiari illustrati, libri di anatomia, testi di filosofia e letteratura greca e romana…, ce ne era per tutti i gusti, ma non per tutte le tasche. Il testo di maggior valore, da me individuato, era un testo di botanica da 6500€. Non so quanti acquirenti abbiamo sborsato cifre così impegnative, ma i venditori non sembravano preoccupati.

Qualcuno ha scambiato il reparto libri antichi come luogo per una bella litigata al telefono dove il tale, continuando a ripetere la stessa cosa per almeno cinque minuti, non voleva addossarsi una colpa per una battuta, evidentemente infelice, verso un suo, ormai, ex amico. Se il suo interlocutore non sapeva stare allo scherzo, allora era meglio avere un rapporto più superficiale.

I libri producono anche questi effetti qui.

incubus

Sono tornato alla zona “spendi il giusto” e mi sono fatto decine di vasche tra libri, nuovi e vecchi, librai, più o meno soddisfatti, e una vasta fauna di compratori con le tasche meno piene dal loro arrivo, ma con le borse o gli zaini più gonfi.

Se il mondo fosse una biblioteca, i suoi libri occuperebbero più spazio delle persone viventi. Ho fatto una stima approssimativa e ho contato almeno 500mila volumi esposti, tra incunaboli pre-Gutenberg fino ai libri d’oggi . La novità tecnologica della fiera è stata la possibilità di stampare dieci copie del proprio libro tramite una tecnica Xerox che risparmia inchiostro e imposta il libro come un vero tipografo.

Nel mio giro ho scovato pezzi rari, fuori catalogo, svendite di grandi Urania e serie Oro o Argento, ho trovato l’intera collezione dei “Libri della paura”, una collana che includeva anche il quasi sconosciuto Ray Russell, autore di Incubus, I due esorcisti (da poco edito in Italia, vedi la mia recensione nel blog https://granchioletterato.wordpress.com/2018/11/19/i-due-esorcisti-ray-russell-libro/) e Sardonicus tra i più noti. Ben 200€.

Un altro banchetto offriva cofanetti di Fantasy e Sci Fi a prezzi bassi. Ho chiesto un libro di Clarke, il volume successivo a Incontro con Rama (anche se non è da collezione è quasi impossibile da trovare) e siamo rimasti in contatto per eventuale ritrovamento del reperto libraio nelle settimane a venire.

Ho recuperato, infine, due prime edizioni italiane, una di Quo Vadis, edito in 500 copie per un concorso a Derna, in Libia, del 1911, durante la prima italica occupazione del suo libico, e una prima edizione di Erasmo di Huizinga del 1958. Non so se avranno un vero valore economico, ma sono i primi volumi antichi che compro da me. Hanno quell’odore di stantio che rinfranca il cuore. Sono in buono stato, nonostante gli anni, e ciò dimostra che la carta ha un valore reale che va oltre quello economico o speculativo.

Prima di andarmene ho colto due dialoghi che devono essere citati.

Il primo riguarda uno scambio di battute tra due ragazzi, evidentemente, nerd. Alpha, lo chiamiamo, sta guardando dei libri, Beta arriva alle sue spalle e lo saluta. Alpha lo guarda e dice “a proposito di libri, mi manca Il Capitale di Marx” e Beta, “io ce l’ho… e te lo vendo se vuoi” e sghignazzano andandosene fieri del loro discorso surreale.

Il secondo riguarda un libraio e un compratore, un ragazzo già carico di libri.

Il ragazzo sta guardando IL LIBRO INFERNALE, una raccolta rara di testi di demonologia e occultismo. Il libraio, che ha l’occhio lungo, aspetta che gli chieda il prezzo e infatti, così succede. Il libraio spara una cifra improponibile per un libro usato, anche se fuori catalogo, 25€. Il ragazzo indugia e il libraio lo vede. Il ragazzo dice che sta solo guardando, ma il libraio sa il fatto suo. “E’ troppo per te?” e il ragazzo, “ma magari faccio un giro e torno”. “A quanto lo vuoi per non tornare? Non ha senso fare due giri per una cosa che vuoi! Se te lo faccio a…” e aspetta, guardando il ragazzo, “se te lo faccio a… 10€ lo prendi?”. Il ragazzo, ormai, è rapito dalla tecnica di vendita e non sa più dire no. Transazione effettuata e il libraio, senza dubbio, ci ha guadagnato. Il ragazzo, incerto su cosa sia successo, abbastanza rintronato e imbarazzato dal mercanteggiare su una cosa che, forse, non voleva neppure, se ne va con un libro in più e una banconota in meno.

Shaun, ancora una volta, ti do ragione. E’ puro commercio.

salone-della-cultura-a-milano-Me ne vado così, un po’ triste, ma soddisfatto. Lo staff mi chiede se voglio il timbro per rientrare, ma dico di no. Non uscirei più.

Mi ero ripromesso di non comprare niente, ma anche questa volta il richiamo del libro ha vinto su di me.

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